Chi sono i nomadi digitali e quali sono le professioni che si prestano meglio all’unione tra viaggi e lavoro da remoto?
I recenti avvenimenti mondiali hanno fortemente influenzato le dinamiche lavorative ed economiche dei diversi Paesi, ed è innegabile che abbiano avuto un impatto emotivo e psicologico anche su tutti noi, lavoratori e non.
Dalla ripresa delle attività e il riattivarsi delle ricerche di personale specializzato in ambito IT & Engineering del post Covid, un dato importante che è emerso e che è diventato impossibile da trascurare è la sempre maggior richiesta di smartworking da parte dei candidati.
Cosa significa?
Significa che la possibilità di lavorare da remoto, la quantità di tempo che un’azienda è disposta a concedere ai propri dipendenti per questa nuova gestione delle attività, è diventata per i candidati un fattore decisivo e discriminante per orientarsi nelle candidature a posizioni lavorative aperte.
L’adattamento veloce richiesto alle aziende dalla situazione di emergenza ha dimostrato chiaramente come la sempre maggior digitalizzazione dei processi abbia reso possibile la gestione di molte attività anche da remoto, con talvolta aumento delle performance e riduzione dei costi.
Torna così sotto la luce dei riflettori la figura del nomade digitale, ossia il lavoratore indipendente o semi-indipendente che sceglie di unire lo spirito di libertà alla possibilità di lavorare da remoto seguendo diversi progetti o lavorando per virtual-company.
Ma chi è e cosa fa un nomade digitale?
I nomadi digitali sono generalmente freelance titolari di partita IVA, ma possono anche lavorare in ritenuta d’acconto o con altre forme contrattuali. Nei paesi, soprattutto quelli Anglosassoni, dove infatti esistono diverse soluzioni, il nomade digitale non è per forza un freelance ma può essere anche un indipendent contractor, ossia una soluzione ibrida che può vedere impegnata come consulente a tempo anche un’azienda, che per massimo un anno impiega le sue risorse per coprire eventuali competenze mancante in una organizzazione.
Quali sono i lavori che si possono svolgere da remoto?
È evidente come ci siano professioni che si prestano meglio a questa soluzione di commistione tra vita da viaggiatore e lavoratore, prime fra tutte quelle strettamente connesse al settore IT & Communication Technology: software engineering, developer, web designer, social media manager, content manager, digital marketing manager, ecc, ecc.
Esistono però anche tante professioni più tradizionali che possono essere svolte da remoto: giornalista, graphic designer, fotografo, consulente o contabile, ad esempio.
Ma viaggiando e vivendo in posti sempre diversi, magari anche per brevi periodi, la domanda potrebbe essere “Come faccio a trovare lavori e progetti, se cambio sembra Paese?”
Esistono molte piattaforme (ad es. upwork.com, addlance.com o freelancer.com) dove è possibile procacciarsi ingaggi e lavori: ogni freelance ha la propria specificità e ha in sé tutto ciò che gli serve per portare a termine progetti raggiungendo gli obiettivi concordati con il cliente; in questo modo ogni professionista può decidere liberamente di lavorare per un progetto o una serie di progetti, in base alle competenze individuali e alla gestione del suo orario lavorativo.
Potendo lavorare ovunque, si ha la possibilità di collaborare con aziende in tutto il mondo, ma anche la concorrenza aumenta in maniera esponenziale: il mercato globale mette a confronto diversi specialisti molto preparati, e magari con tariffe concorrenziali: l’unicità dei servizi offerti è quindi ciò che può fare la differenza.
Westhouse Managed Services si occupa di consulenza strategica, pianificando e supportando la trasformazione digitale delle aziende, gestendo progetti IT con consulenti esterni e freelance.
Affidarsi a un player giusto e professionale in ambito nazionale e internazionale ti garantisce, come freelance o consulente, la massima trasparenza e affidabilità dal lato contrattuale e ti supporta nella creazione di una continuità lavorativa grazie alla continua disponibilità di progetti.
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